Valle Brembana antica terra di frontiera

con Franco Carminati
Edizione promossa dal Museo Etnografico Alta Valle Brembana, comune di Valtorta. Corponove editrice (Bergamo).

imgQuest'opera descrive l'evoluzione della linea di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, lungo la valle Brembana, a partire dalla pace di Lodi (1454) fino all'avvento dei governi francese e austriaco, quando i due antichi stati vennero fusi in uno solo: la Repubblica Cisalpina prima, il Lombardo Veneto poi. L'antica linea, confine di stato, partiva approssimativamente da Vercurago sull'Adda, risaliva la val d'Erve, scendeva in parte nella valle Imagna, divideva circa a metà la valle Taleggio, tagliava in modo impreciso I piani di Bobbio e da qui risaliva lungo il crinale dei monti sino al pizzo dei Tre Signori, in cima alla Valtorta.

Essa era stata indicata sul terreno con pochi grandiosi cippi messi in posizioni dominanti ma assai lontani tra loro donde la difficoltà nelle zone intermedie di sapere quale fosse la vera giurisdizione politica (milanese o veneta).

Da qui erano sorti molti contrasti tra I Milanesi e I Veneti (Bergamaschi) abitanti vicino a tali zone per lo sfruttamento dei pascoli, delle sorgenti, dei boschi, della selvaggina e delle baite e nel corso di circa quattro secoli di storia tali contrasti degenerarono più volte fino a sfociare in circa 50 omicidi complessivi con grandi turbamenti delle genti e delle autorità politiche.

Nei tentativi di risolvere le controversie furono prodotte un numero incredibile di mappe di ogni sorta, anche molto dettagliate, con lo scopo di indicare sul terreno il confine di stato più esatto senza successo tuttavia.

Solo alla metà del XVIII secolo dopo molti contrasti, con il Trattato di Mantova detto anche il Trattato dei Confini, fu possibile risanare in buona misura gli odii tra le parti milanesi e bergamasche con l'installazione di una nuova e ricca serie di cippi, recanti I simboli degli stati confinanti, l'anno di impianto e una numerazione.

Tali cippi sono stati tutti ritrovati, grazie anche ad una ricerca sul campo e ad un'analisi approfondita delle mappe antiche appositamente disegnate.

Essi sono in totale, tra Vercurago e il pizzo dei Tre Signori, 257 ed alcuni sono incredibili poichè non sono I cippi impiantati alla metà del XVIII secolo ma quelli già installati alla pace di Lodi del 1454 e riutilizzati perchè in buone condizioni.

E' per questo motivo che alcuni cippi sono costituiti da grandiose croci, di stile tardo gotico, scolpite nella roccia alla metà del XV secolo, e accompagnate dalla nuova numerazione della metà del XVIII secolo. Hanno dell'incredibile anche le dimensioni di alcuni cippi chiamati "capotermini" (altezza di 1,5 metri o più) e alcuni luoghi dove essi risultano impiantati: luoghi abbastanza fuori mano nei boschi o in cima a ripidi e grandiosi roccioni strapiombanti o sull'esatta cima dei monti. Il libro offre un vasto campionario dei motivi delle controversie, delle mappe e dei cippi all'interno di una storia civile e umana brembana che non di rado sfiora I toni di un romanzo giallo.


Cippo confine di stato tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia in valle Taleggio. Si trova alla località Campo Rotondo, sullo sfondo del pizzo dei Baciamorti, e reca il numero 177


Le rocche di Pizzino e di Vedeseta in una mappa a forma di stella del 1450 circa


Capotermine numero 162 confine di stato tra Milano e Venezia alla costa Pianca Bella sullo sfondo del monte Sodadura


Croce antica e moderna sulla vetta del pizzo dei Tre Signori.